Alla scoperta dei caffè dell’Uganda

Una storia travagliata per un caffè di assoluta qualità.

La maggior parte del territorio dell’Uganda, una piccola nazione africana incastonata tra Kenya, Tanzania e Congo, è costituito da un altopiano situato oltre i 1000 metri di quota. Un altopiano, e le montagne dell’area, alcune delle quali superano i 4000 metri, ricoperte di foresta pluviale. Insomma, se si può immaginare un territorio ideale per il caffè, è proprio l’Uganda.

Il percorso del caffè ugandese è stato però complesso, travagliato e pieno di problemi come pieno di problemi è stato il percorso sociale e economico di questa nazione, travagliato da guerre civili e dittature che hanno segnato questo paese fino dalla sua indipendenza nel 1962.

Negli anni ‘90 il paese cominciò faticosamente a uscire da questa situazione di instabilità e, con il supporto di enti quali la Comunità Economica Europea e varie ONG, il caffè, nel frattempo divenuto prima risorsa economica del paese, ha cominciato a migliorare anche in qualità.

Da quel momento in poi, anche per l’uscita del paese dal ICO (Organizzazione Internazionale del Caffè) e la creazione di un di un proprio organismo interno – l’Uganda
Coffee Development Authority- il paese ha ingranato la marcia giusta, con continue politiche di sostegno alla produzione e alla formazione dei coltivatori.
Le esportazione hanno così cominciato a crescere in modo esponenziale e è cambiato l’approccio alla produzione, più attento alle esigenze del mercato e dei consumatori finali.

I caffè dell’Uganda: arabica e robusta

Attualmente l’Uganda è il secondo produttore di caffè in Africa, dopo l’Etiopia. Il caffè rappresenta il 95% delle esportazioni del paese e crea lavoro per circa tre milioni di persone.

Una delle ragioni del successo dell’industria caffeicola ugandese è stata anche il saper trarre vantaggio da problematiche di produzione, soprattutto varie “epidemie” di coffee rust, in altri paesi.
Questo ha portato a enfatizzare la produzione di caffè robusta, come sempre più facile da coltivare, produzione che adesso rappresenta l’85% della produzione. Una piccola quota di caffè coltivato in Uganda è peraltro rappresentata anche dalla specie Liberica, consumata soprattutto nel mercato interno. L’arabica, come capiamo facendo due somme delle percentuali, è poca, ma in genere di alta qualità.

Il caffè robusta, in Uganda, è coltivato coltivata soprattutto sulle sponde del Lago Vittoria, a un’altitudine tra i 900 e i 1200 metri, una quota già piuttosto alta per la specie canephora, giustificata però dal clima tropicale caldo-umido del paese.
Oltre a questa zona, molto pittoresca, altre aree di produzione del caffè robusta, a quote più basse, sono localizzate nel centro nord del paese.

La robusta locale è spesso chiamata con il nome locale di Nganda, e, per la cronaca, la varietà di cofffee liberica coltivata nel paese è invece definita come Dweverei.

Caratteristiche dei caffè arabica dell’Uganda

Andando a parlare dei caffè arabica, questi, come dicevamo, sono spesso di elevato livello, con tecniche di coltivazione evolute e alti gradi di selezione. Se nel prossimo capitolo andremo ad identificare meglio le aree di produzione del caffè specialty dell’Uganda, più in generale diciamo che l’arabica viene prodotta in Uganda in tre zone:

  • Le montagne del Sud Ovest, nell’area del monte Ruwenzori e della foresta di Bwindi, sulle pendici delle mitiche “Montagne della Luna”
  • Il nord ovest, nella zona di Arua, dove il caffè cresce all’ombra degli alberi bayan
  • L’est, nella ristretta zona di Mbale

E’ da notare che la maggior parte dei caffè arabica ugandesi sono processati come lavati, anche se, negli ultimi anni si assiste ad una sperimentazione, anche nel campo delle fermentazioni, sempre più elevata.

Interessante ancora dire che il 3% della produzione caffeicola ugandese è certificata come sostenibile (fonte Uganda Coffee Development Authority). Ciò non significa che il resto non sia coltivato in modo sostenibile, poiché molti agricoltori non possono permettersi le costose certificazioni che garantiscono una certificazione biologica o equosolidale.

Come abbiamo più volte detto, gli arabica ugandesi sono una piccola parte del totale, e ammonta al momento a circa 800.000 sacchi da 60kg.

Di questi non sono pochi quelli a potersi fregiare dei +80 punti che contrassegnano, tecnicamente, un caffè specialty.

Naturalmente questi caffè arrivano da piccole piccolissime coltivazioni, ognuna con
caratteristiche uniche, su versanti delle quote e su terreni vocati. Le varietà maggiormente coltivate sono: Typica, SL 14, SL 28 e Kent.

In ragione della poca forza dei piccoli produttori, le drupe vengono quasi sempre portate alle “washing station” per essere processate.

Molti di questi caffè arrivano da una delle aree più sviluppate, il Monte Elgon, patria di una caratteristica varietà di arabica ugandese. La “Bugisu”, questo il nome della varietà, viene coltivata vicino alle cascate Sipi, sul confine con il Kenia, e si fa riconoscere per il sapore deciso, dalle note vinose e dal sapore che ricorda il cioccolato dolce.

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