Il bestseller di Mokaflor sia in Italia, ma anche nel resto del mondo: la Miscela Oro 80/20, un classico Espresso italiano che combina una buona corposità ad intensi aromi dolci e speziati.
La nostra miscela più celebre combina la dolcezza del Brasile Alta Mogiana, le note fruttate dell’Honduras Marcala e la corposità della robusta indiana. Oggi alcuni bar ne arrivano ad utilizzare anche cinque chili al giorno!
Ma come è nato questo successo “a misura di tazzina”? Per parlarvene dobbiamo fare un salto indietro nella storia, alla fine del 1800, per portarvi a conoscere coloro che hanno inventato il caffè Espresso.
La storia della macchina da caffè Espresso
I primi brevetti di macchine da Espresso risalgono proprio a quegli anni. Un primo prototipo lo abbiamo nel 1884 quando l’imprenditore torinese Angelo Moriondo brevettò una macchina per produrre il caffè istantaneo per i propri clienti nel suo American bar all’interno della Galleria Nazionale di Via Roma. Si trattava di una prima macchina da Espresso che però non venne mai sfruttata a livello industriale.
Dobbiamo arrivare all’inizio del 1900 quando Luigi Bezzera imprenditore milanese, apporta alcune modifiche al progetto di Moriondo e crea la prima macchina da caffè espresso a stampa. Il brevetto di questa macchina passa a Desiderio Pavoni nel 1902, dopo averne ricevuto il primo brevetto nel 1885.
L’ultima tappa di questo breve viaggio alla scoperta della nascita della macchina per il caffè Espresso moderno è nel 1938, quando il barista milanese Achille Gaggia inventa una macchina per il caffè Espresso a pressione.
Fino a quel momento, infatti, la macchina funzionava a vapore, grazie ad un marchingegno a pistoni che spingeva l’acqua attraverso la polvere di caffè ad elevata temperatura.
Con questa innovazione e la successiva diffusione di questa attrezzatura in ogni bar del Paese, le importazioni di caffè aumentano in tutta Italia e inizia una ricerca per creare l’Espresso perfetto, un caffè dalla crema spessa e scura, caratteristiche che riconosciamo ancora oggi.
Vasco Bernini e Mokaflor: alla ricerca della miscela per un Espresso perfetto
Vasco Bernini – lungimirante ideatore della torrefazione Mokaflor – aveva intrapreso questo percorso di conoscenza e approfondimento nella ricerca di un caffè di alto livello che fino agli anni ‘50 era un’idea molto all’avanguardia.
In quel periodo si importavano poche origini, prevalentemente quelle che costavano di meno, e trovare un caffè crudo di alta qualità in commercio era molto difficile, a differenza di oggi che viviamo in un mondo globalizzato.
Negli anni ’40 e ’50 le torrefazioni e i bar per avere un caffè con crema sempre più densa e scura iniziarono a realizzare miscele con rapporti di Robusta molto alti, tostando in maniera sempre più scura, dando un risultato abbastanza amaro in tazza.
Per Vasco questa era una strada sbagliata. Credeva che educando il pubblico ad un gusto più bilanciato, meno amaro e bruciato, mantenendo comunque una crema, sarebbe riuscito a cambiare questa concezione di qualità. Credeva fortemente che l’elemento chiave per la valutazione di un caffè fosse l’aroma e il gusto e non l’aspetto della crema.
Per riuscire a creare questo, fece diverse scelte significative tra cui tostare ogni origine singolarmente. Ogni caffè viene tostato con il proprio profilo di tostatura ideale, lasciato riposare per minimo 24 ore e poi miscelato con le altre origini.
La Miscela 80/20: una ricerca lunga 70 anni
La miscela 80/20 è il risultato di questa miscelazione ideale secondo Vasco Bernini per ottenere un caffè di livello e alta qualità. Probabilmente ai tempi la miscela era composta solo da due origini: dal Brasile che è un caffè molto neutro, dolce, ottimo come base, un caffè molto pulito e la Robusta proveniente dall’Africa.