Gli aumenti del prezzo del caffè

Proviamo a capire come mai il prezzo del caffè sta aumentando, cosa ha influito su questo cambiamente e cosa (o se) può fare la filiera per contenere questo rincaro. Come torrefazione vogliamo dire le cose come stanno, parlare chiaro, spiegare perché anche il caffè ha avuto rincari sui listini che purtroppo spesso si sono riversati sui bar, che a loro volta non hanno spesso potuto fare altro che riversare questi aumenti sui clienti finali, aumentando il prezzo in tazzina.
Sono stati vari gli eventi e i fattori che hanno portato aumenti su tutta la filiera fino a portarci alla situazione attuale: il nostro intento non è quello di giustificarci, ma anzi, creare ancor più trasparenza nella filiera, dal coltivatore al consumatore finale, passando per il torrefattore e il barista. Vediamo allora quali sono i fattori della tempesta che ha colpito il mondo del caffè.

L’aumento del caffè verde

La materia prima, il caffè verde. Secondo l’ICO, l’organizzazione internazionale del caffè, nel biennio 2021/22 i principali Paesi produttori di caffè ne hanno diminuito la produzione e hanno drasticamente abbassato le loro esportazioni. 

Gli aumenti del prezzo del caffè

Basti pensare che le esportazioni del sud America (Brasile e Colombia su tutti) sono diminuite di un quarto (-24,4%) e il trend sembra poter continuare.
Il deficit produttivo è dovuto da diverse cause. Il cambiamento climatico e gli eventi climatici che ne conseguono, come ad esempio il forte gelo che la scorsa estate ha colpito il Brasile.
Anche la pandemia Covid-19, limitando la movimentazione dei carichi, sommata a un’instabilità politica di alcuni Paesi produttori e il prezzo del dollaro – dato che il caffè si compra in dollari – sono altri tre elementi che, sommati agli altri, portano la materia prima a costare prezzi mai visti negli ultimi dieci anni. 

I costi della logistica

Come accennavamo, la movimentazione di merci ha subito grandi scossoni nel dopo Covid: si è passati da periodi di stop forzato a livello globale, per poi ripartire velocemente creando dei colli di bottiglia che hanno complicato la normale gestione del lavoro. 

Gli aumenti del prezzo del caffè

Alcuni mercati dell’oriente, come la Cina, hanno ancora grossissime restrizioni: molti container, i gusci vuoti in acciaio, sono allineati sulle banchine dei porti cinesi e non possono essere recuperati, per fare un esempio.

Questo va sommato ai problemi di reperimento equipaggi e a una speculazione che ha portato ad aumenti di tre volte del costo di spedizione di un container di caffè dal Brasile a Italia.

Il costo del gas

Gli aumenti del prezzo del caffè

Il caffè, una volta arrivato in torrefazione dopo questo percorso, nella maggior parte dei casi, viene tostato a gas. Quest’ultima materia prima è sempre – a parte il caffè crudo – la fonte di spesa più importante di una torrefazione: gli aumenti degli ultimi tempi hanno quindi pesato moltissimo sui conti delle aziende di caffè.

I costi della gestione di un bar

Per quanto nella progettazione un gestore possa essere stato attento a mettere in pratica politiche e strategie per ridurre gli sprechi, l’aumento delle provvigioni energetiche per poter gestire il suo bar negli ultimi mesi si sono iniziate a far sentire a causa della guerra tra Ucraina e Russia. E questo è l’ultimo di una serie di fattori che portano il caffè in tazzina ad essere un po’ più bollente, rispetto a solo qualche anno fa.

Si può risparmiare? Sì, ma anche no…

Gli aumenti del prezzo del caffè

La domanda sorge spontanea: abbassare il prezzo della filiera si può? Certo, a discapito della qualità però. I caffè verdi si possono trovare in importazione da 1 a 500 euro al chilo; possiamo non badare alla storia della piantagione e di quanto il contadino che ha coltivato quel caffè sia stato pagato, trascurarne la tostatura, comprare una vecchia e malandata macchina da bar per fare l’Espresso. 

Oppure? Oppure investire proprio in questo senso, investire in qualità. Si può aumentare il prezzo di un prodotto se ne si fa percepire il valore. Cercare di sfruttare questo momento di crisi per investire in caffè che hanno una storia, una qualità, un’etica che possa in qualche modo “giustificare” quei centesimi in più nella tazzina. In tanti stanno iniziando a fare questo tipo di ragionamento, noi siamo tra loro.