“Il caffè in passato costava quanto il giornale” è una frase che molto spesso sentiamo dire al bar o mentre discutiamo tra amici sull’annosa questione del prezzo del caffè. Ma è davvero così? Cerchiamo di scoprirlo attraverso un viaggio nella storia. Il prezzo del caffè al bar è un argomento molto sensibile, che in questo periodo sta assumendo toni ancora più forti, per colpa dei continui aumenti nella reperibilità delle fonti energetiche e delle materie prime.
Un caffè costa poco, costa troppo. In base a quali parametri lo possiamo dire? Uno degli agganci più classici che viene fatto è proprio quello del prezzo del quotidiano, appunto: si suppone che in un passato il prezzo del giornale e quello del caffè al bar siano stati legati e che l’aumento di uno seguiva l’aumento dell’altro.
Questo ragionamento è fuorviante: sono molte altre le motivazioni che portano a decidere il prezzo di un prodotto in un’attività commerciale. Il prezzo della materia prima, la concorrenza, il mercato a cui ci riferiamo sono solo alcuni aspetti che possono far cambiare il prezzo, che poco hanno a che fare con il prezzo di un quotidiano di oggi o di ieri.
Ma è esistito un momento nella storia del nostro Paese in cui questi due elementi sono stati in correlazione?
In questo video della rubrica “Aprire un bar” abbiamo cercato di capirlo andando a ritrovare il prezzo di un espresso e di un quotidiano dal 1945 a oggi.
Il caffè nel dopoguerra
Partendo dall‘immediato dopoguerra un quotidiano costava cinque volte meno rispetto ad un espresso.
Questo dato è dovuto a vari fattori: non esisteva ancora un consumo di massa del caffè al bar, la tecnologia legata alle macchine da caffè era ancora arretrata (nei bar si utilizzavano ancora le macchine a vapore) e il giornale rappresentava un bene primario, l’unica forma di informazione per chi voleva tenersi aggiornato e, da non dimenticare, una forte fonte di informazione politica (pensiamo a quotidiani come L’unità o L’avanti). Facendo una veloce comparazione si vede che i famosi 2 caffè al giorno, alla fine del mese, sarebbero pesati circa l’11% rispetto a quello che era lo stipendio medio dell’epoca, rendendo così la tazzina al bar un bene di lusso.
Il boom economico
Dobbiamo arrivare a metà degli anni ’60 nel pieno boom economico per trovare una delle incidenze più basse della storia nel rapporto giornale/caffè: aumentano gli stipendi, il benessere si diffonde nella popolazione, il prezzo del caffè non aumenta molto e si diffonde, mentre aumenta il prezzo della carta stampata, arrivando a una differenza di sole 10 lire. I 60 caffè al mese incidono su uno stipendio medio adesso solo del 4,9%.
Negli anni ’70, per la prima volta in questo viaggio della storia italiana, i prezzi dei nostri due protagonisti si equivalgono: 70 lire.
Anni ’80
L’inflazione in Italia arriva col tempo a percentuali drammatiche, anche vicino al 20%. Alcune politiche mondiali riescono a far aumentare gli stipendi per permettere di far fronte all’aumento del costo della vita, che vede anche i prezzi dei due prodotti che stiamo seguendo raddoppiare rispetto a pochi anni prima, portando il quotidiano a costare addirittura di più rispetto al caffè al bar.
Anni ’90
Gli stipendi aumentano arrivando mediamente sopra al milione di lire. Ad aumentare sono anche naturalmente i nostri prodotti di riferimento: il giornale arriva a costare 1.200 lire e il caffè sale a 700 lire circa arrivando a far costare l’informazione su carta praticamente il doppio. Il prezzo dei 2 caffè al giorno pesa sempre meno sullo stipendio medio, circa il 3,82%, la fase più bassa della storia. Nella seconda parte degli anni ’90 però il prezzo del caffè fa un enorme salto in avanti (137% in più nel 1994) sopratutto a causa di alcuni aumenti nei paesi di origine e di alcune annate sfortunate dal punto di vista climatico, arrivando a raddoppiare in pratica il suo prezzo se paragonato soltanto all’inizio del decennio.
Gli anni 2000, l’arrivo dell’Euro e i giorni di oggi
Arrivando ai giorni d’oggi vediamo che gli stipendi continuano ad aumentare, il prezzo del giornale che all’inizio degli anni 2000 si era assestato intorno a 1 euro oggi ne arriva a costare mediamente 1,40, mentre il caffè è rimasto abbastanza stabile su 1 euro, impattando sempre meno sul costo mensile di quel nostro viaggiatore temporale che ha ripercorso gli ultimi 70 anni di storia italiana, bevendo 2 caffè al giorno.
Le conclusioni di questo viaggio
Il prezzo del caffè e quello del quotidiano non sono quasi mai stati ancorati tra di loro. Inizialmente il caffè era un bene di lusso rispetto al giornale: con il passare degli anni l’informazione è quasi sempre costata molto di più rispetto all’espresso. Dobbiamo anche pensare, però, che stiamo parlando di due prodotti completamente diversi e davvero poco paragonabili. L’informazione negli anni si è trasformata moltissimo ed ha dovuto far fronte a tantissima concorrenza, basti pensare alla rivoluzione di internet nel mondo della comunicazione. Situazioni molto diverse, invece, per l’espresso che ha a che fare con una concorrenza larghissima e frammentata, spesso un po’ incapace di creare valori aggiunti. Tutti questi aspetti, insomma, rendono molto difficile questo tipo di accostamento che però ricorrere nelle chiacchierate che facciamo con gli amici al bar, dopo aver letto il giornale e preso un caffè.